“ Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie , ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione” ( Patch Adams)
Il lavoro è un diritto si sa, e, come dice un vecchio proverbio, nobilita l’uomo e la donna.
E, nel mondo sanitario, il lavoro è missione: cura della salute del prossimo.
Tuttavia, alle volte, uno dei lavori dal significato più nobile, quale quello medico, diventa terreno fertile per aggressioni e violenze a danno dei sanitari.
Dallo psichiatra ucciso dal proprio paziente, al caso del medico aggredito dai parenti di un ospedalizzato… la cronaca ahimé è piena di casi di operatori medici che si trovano a dover fronteggiare loro malgrado la violenza altrui.
Il legislatore del periodo pandemico, sul finire del 2020, aveva colto evidentemente una vera e propria emergenza al punto che aveva istituito con legge n. 113/2020, un Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie.
L’intervento normativo era stato dettato dallo spirito di protezione che aveva pervaso il legislatore al punto da prevedere anche un inasprimento del quadro sanzionatorio per le aggressioni ai danni del personale sanitario.
Tuttavia, si sa, prevenire è meglio che curare (o reprimere).
In questo senso, in Sicilia, si apprezza il recente decreto assessoriale pubblicato sulla gazzetta regionale lo scorso mese di gennaio (Decreto n. 1603 del 21 dicembre 2023, pubbl. 5 gennaio 2024) con cui sono state emanate delle “Linee guida per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche a danno degli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche della Regione siciliana”,
Nel dare risalto alla necessità di un adeguato approccio al problema, le linee guida siciliane approfondiscono tra l’altro le varie forme di violenza che si possono manifestare in ambito lavorativo sanitario: sia fisicamente contro la persona con l'intento di causare danni fisici, quanto contro oggetti o ancora in modo verbale/psicologico, e persino indiretto, relazionale, o simbolico.
Il documento prevede l’avvio di un’attività di prevenzione, e delle vere e proprie azioni che si manifestano a mezzo la valutazione del rischio, l’istituzione di un gruppo di lavoro “rischio aggressioni”, la definizione ed implementazione delle misure di prevenzione e controllo, la gestione degli episodi di violenza/aggressione, e la formazione del personale.
Si impone così all’interno delle strutture sanitarie pubbliche dell’isola la necessità di valutare, sulla base di una mirata e capillare attività anche di studio, il rischio, in modo da assicurare una prevenzione del fenomeno della violenza.
Rimane da verificare quali saranno i risultati del recente intervento: le premesse sembrano esserci tutte.
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